Strade Ferrate dello Stato
Il Governo sardo, acquistati dalla Società Sardo-Elvetica i piroscafi «San Carlo» e «Verbano», ordina corse giornaliere da Magadino a Arona e a Sesto Calende toccando sponde lombarde e svizzere: inoltre, determinando di collegare la nuova rete ferroviaria che da Arona e Novara per Alessandria mette ormai a Torino e a Genova, con il servizio lacuale per la Svizzera, ne affida l'esercizio alle «Strade Ferrate dello Stato».
Così con il 1° maggio 1855 iniziano corse regolari e giornaliere da Arona a Magadino e viceversa si- no a Sesto Calende, tre nuovi magnifici piroscafi in ferro a ruote, della portata di 180 tonnellate, «con saloni tipo hôtel », di egual costruzione, della forza di 64 Hp, con macchina a cilindri oscillanti a bassa pressione: il San Gottardo , il Lucomagno e il San Bernardino sotto la direzione di Luigi Ponzoni di Milano che, dati i suoi precedenti politici del 1848, è stato nominato cavaliere e ha guadagnato la stima del Governo.
A fine 1958 Il Governo sardo studia nel frattempo un piano di azione sul Lago Maggiore in vista dei moti che si stanno scatenando contro l'Austria: una barcaccia e due lance armate dovrebbero mantenere libere le comunicazioni fra i paesi della riva piemontese, mentre i piroscafi della R. Compagnia Sarda di Navigazione, il « San Bernardino, il San Carlo , il San Gottardo, il Lucomagno» e il « Verbano », al comando del tenente di vascello di prima classe barone Enrico De Viry, requisiti e opportunamente armati, dovrebbero contendere il dominio delle acque ai tre piroscafi della flottiglia austriaca, il Radetzky, il Taxis e é il Benedekt, armati con qualche cannone di modesta potenza, nonché alla piroga armata Ticino.
Il 15 gennaio 1859 arriva a Laveno un contingente di soldati austriaci. Il governo sardo manda a Pallanza due cannoni e due obici che vengono piazzati sulla Ca- stagnola.
Il 28 aprile il comandante della divisione di Novara, Tecchio, legge alle truppe di Pallanza il proclama di Vittorio Emanuele.
E' la guerra di indipendenza del 1859. Lo scoppio delle ostilità determina l'immediata cessazione dei servizi sulle acque del Po e del Lago Maggiore.
Vista la forza di fuoco dei piroscafi Austriaci, i piroscafi sardi, allora, ritenendo inattuabile il piano di azione preparato, di fronte a un nemico agguerrito e preparatissimo, si pongono al sicuro rifugiandosi nelle neutrali acque svizzere.
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