La Guerra e la fine dell'Impresa di Navigazione

Il 24 maggio 1915 l'Italia entra nel conflitto mondiale a fianco delle Potenze dell'Intesa è, a seconda delle società e delle linee, variamente sentito. L'«Impresa di Navigazione sul Lago Maggiore», in seguito alla sospensione delle comunicazioni con Locarno richiesta dallo Stato per ragioni belliche, al richiamo alle armi del personale addetto e alla carenza del combustibile necessario al funzionamento dei piroscafi, si trova ben presto in gravi difficoltà. A stento il servizio, sia pur ridotto, è mantenuto nel bacino italiano.

Il senatore Cesare Mangili tenta ogni via per salvare dal disastro la sua azienda. Spiega allo Stato, con pressanti appelli, il baratro che si presenta nella gestione finanziaria, ma invano.
Il 18 giugno 1917 il senatore Cesare Mangili muore, la direzione privata del suo autorevole appoggio dopo poco meno di un mese decide la sospensione di tutti i servizi di navigazione, così il 16 luglio tutti i battelli giaciono inattivi dei porti aspettando una decisione governativa.


Nel giro di ventiquattro ore il governo requisisce i natanti e nomina una commissione straordinaria composta dagli ingegneri Mellin, D'Alò, Costa.
La nuova gestione riduce i servizi al minimo necessario per i rapporti con i paesi privi di altri mezzi di tra- sporto. Dai 1200 chilometri di navigazione quotidiani si passa a 400 e conseguentemente anche i risultati finanziari si rivelano disastrosi.
L' "Impresa di Navigazione sul Lago Maggiore' (I.N.L.M.), frattanto, si mette in liquidazione, autorizzata a vendere e a demolire i battelli ritenuti inidonei ai servizi lacuali. Nei primi mesi del 1918, nel cantiere di Arona, si procede alla demolizione del "San Gottardo"; nel giugno-luglio il "Verbano" segue la stessa sorte per procurare all'I.N.L.M. il denaro necessario per pagare il personale. Anche il piroscafo «Como» lascia il servizio sul Lago Maggiore.


La situazione finanziaria dei servizi lacuali precipita e solamente alla fine del 1922, dopo che la gestione commissariale registra un movimento di soli 700.000 passeggeri annui, si studia la possibilità che lo Stato ceda il servizio a una società privata dietro sussidio e con regolare convenzione.
Viene indetto un concorso e vi partecipano la Banca di Sconto, l'ingegner cavalier G. Ceretti, la Società "Verbano", l'ingegner Ernesto Canobbio futuro concessionario del servizio di navigazione del lago di Garda, il gruppo finanziario intrese ingegner Alfredo Pariani e Banca Popolare di Intra e l'ingegner Giacomo Sutter per conto della Società Subalpina di Imprese Ferroviarie.
Nel marzo del 1923 l'ingegner Sutter vince il concorso e ottiene la concessione del servizio per la durata di 20 anni a partire dal 18 luglio con una sovvenzione annua inferiore di circa 500.000 lire a quella richiesta dal gruppo finanziario intrese che sembrava il più quotato.
Ma occorre far presto. Il deficit della gestione regia assomma nel 1922 a L. 1.079.712 e la scadenza della concessione è prossima: 18 luglio 1923.
E' viva speranza che il passaggio dei servizi al nuovo concessionario possa avvenire nelle condizioni più accettabili.
Deve però essere ancora risolta la vertenza in corso con l'« Impresa di Navigazione sul Lago Maggiore tuttora proprietaria dei piroscafi e degli impianti necessari alla navigazione stessa.
Occorre, infine, un programma tecnico per rivitalizzare l'esercizio pur economizzando sul carburante e sul personale addetto al funzionamento dei battelli a vapore. La popolazione delle rive piemontese e lombarda sogna ad occhi aperti. «Forse il lago riprenderà l'effettivo e degno servizio » scrive la stampa locale; certamente i turisti torneranno a gioire di un luogo fra i più belli del mondo incalzano gli innamorati del Verbano


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