IL Lloyd Austriaco
Nel marzo 1853 il Lloyd austriaco che è largamente sovvenzionato dal Governo, ottenuto l'incarico, inizia il servizio sul lago Maggiore con il « Taxis », solo nelle acque lombardo-piemontesi.
L'Impresa sarda, frattanto, trovandosi nell'impossibilità di continuare il servizio normale per un accidentale disastro che aveva danneggiato il « San Carlo » e per le questioni insorte tra la società medesima e il Governo, cessa il servizio.
La società del Lloyd Austriaco, approfittando della circostanza a lei favorevole, mette in servizio il 20 aprile 1853 un nuovo battello il Benedekt e una piroga armata detta Ticino, già in forza alla flottiglia di Venezia.
Nel settembre dello stesso 1853 il Lago Maggiore è collegato direttamente a Trieste mediante il Ticino e il Po. Ma il territorio servito da questa linea fluviale appartiene a sette Stati: Svizzera, Piemonte, Regno Lombardo-Veneto, Ducato di Parma, Ducato di Modena, Stato Pontificio e Austria: impossibile, quindi, evitare ostacoli di carattere politico e doganale, che costringono a continui controlli e trattative.
A partire dal 1° gennaio 1854 la navigazione sul Lago Maggiore è assunta direttamente dal Lloyd Austriaco che, perdurando il blocco del Canton Ticino, provvede al servizio con i suoi natanti secondo le tappe: Sesto Calende, Arona, Belgirate, Pallanza, Intra, Laveno, Canobbio e Zenna. Sempre nello stesso anno, però, in seguito alla cessazione del regime militare, lo stesso Lloyd provvede a riattivare il completo servizio con la Svizzera. Intanto riprende con il piroscafo a ruote «Verona » il servizio fluviale sul Po. Il piroscafo partendo da Trieste tocca Venezia, risale il Po e il Ticino fino a Pavia, entra infine nelle acque del Lago Maggiore e fa capo a Locarno. Il trasporto non è limitato ai passeggeri ma si estende alla posta e al sale.
E' la guerra di indipendenza del 1859 con Lo scoppio delle ostilità a determinare l'immediata cessazione dei servizi sulle acque del Po e del Lago Maggiore.
L'Austria provvede a requisire i suoi battelli e a militarizzarne il personale.
La flottiglia austriaca viene rinforzata con barche cannoniere che ormeggiano nel porto di Laveno e di là possono liberamente navigare sul lago a danno delle popolazioni della riva piemontese.
Garibaldi punta su Varese che viene liberata il 26 maggio; nella notte del 28 i volontari di Argegno si por- tano a Como per incontrare i garibaldini.
Il Radetzky, intanto, di giorno e di notte ininterrottamente perlustra le acque del Lago Maggiore. Garibaldi tenta, con ardita manovra, di impadronirsi di Laveno. I Cacciatori delle Alpi, sulla notte del 31 maggio attaccano i piroscafi austriaci Radetzky, Ticino e Benedekt. Una compagnia italiana penetra nel forte di La- veno, ma ben presto deve abbandonarlo perché vengono a mancare gli aiuti; così l'impresa capeggiata da Nino Bixio e da Francesco Simonetta fallisce.
Il 4 giugno 1859 i Franco-Sardi vincono a Magenta. Il 9 il presidio austriaco abbandona Laveno e, approfittando di una pioggia dirotta e delle acque burrascose che non favoriscono un eventuale inseguimento, si im- barca sui battelli alla volta di Magadino.
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