Dall'Eridanio al Piroscafo Verbano I

Nel 1825 a Torino, sull'esempio della  Lombarda (società che aveva intrapreso la navigazione sul Po con il Piroscafo Eridanio) , sotto la presidenza del marchese Michele Benso di Cavour, è costituita una società avente per oggetto la navigazione sulle acque del Piemonte e segnatamente su quelle del Lago Maggiore con la partecipazione di azionisti italiani e svizzeri. Le due società, animate dagli stessi intendimenti, pur conservando amministrazioni separate nelle sedi di Torino e di Milano, si uniscono in << Impresa Lombardo-Sardo-Ticinese » con oggetto comune la navigazione sul Lago Maggiore e entrano immediatamente in trattative per ottenere dai Governi interessati, Austria, Svizzera e Piemonte, i privilegi necessari al futuro servizio.

Grazie all'interessamento di Sua Eccellenza il marchese Benso di Cavour, presidente della «< Sardo-Ticinese »>, si provvede all'acquisto della macchina a vapore dell'« Eridano » custodita a Venezia nel magazzino di Pietro Miani. La si fa trasportare a Locarno nell'agosto del 1825 e si provvede all'impostazione del natante << Verbano » affidando i lavori « in via di appalto » al console americano in Francia Edward Church, armatore di battelli già in servizio in Francia e in Germania e del Guglielmo Tell » che pochi mesi prima aveva inaugurato il servizio a vapore sulle acque del lago di Ginevra. Il macchinista inglese Jordan, assistito da Pietro Miani che ha seguito la macchina da Venezia a Locarno, sotto la sorveglianza di Edward Church, provvede alla installazione della macchina a bordo del nuovo piroscafo

A fine gennaio 1826 l'Impresa ottiene il giudizio favorevole dei periti del Governo sardo e del Governo ticinese circa l'efficienza della macchina e il 3 febbraio, prevedendo prossimo il varo, invoca dal Governo lombardo-veneto la visita dei periti per il collaudo da effettuare nelle acque controllate dall'Austria, Sesto
Calende.

Ma la perizia si fa attendere e per evitare ulteriori ritardi, si decide il varo.
Il 15 febbraio, infatti, nel porto di Burbaglio, il << Verbano » è pronto per il « lanciamento in acqua ». Si gridano i comandi, si tolgono gli ormeggi, la ci- miniera erutta fumo e scintille, le ruote entrano in azione e, in un palpito di onde spumeggianti, il piroscafo, tra l'applauso dell'immensa folla proveniente da tutte le parti di Lombardia, di Piemonte e d'Elvezia, prende solennemente il largo.
Le sue linee si disegnano sensibilmente più armoni- che dei precedenti piroscafi entrati in servizio sui laghi stranieri. A prora sta a polena la figura del vecchio nume << Verbano >> per cui il battello « appare più slanciato ». La velatura sensibilmente ridotta e razionalmente sistemata, non tanto può sostituire col favore del vento la pro- pulsione a vapore, ma può essere opportunamente impiegata a meglio governare il piroscafo in caso di avaria in quanto l'ancora, data la profondità delle acque, non può essere sempre usata. A bordo niente pontili, ma una barca di servizio. L'ossatura dello scafo è in rovere con rivestimenti in larice; le strutture interne in larice e abete; la caldaia è alimentata con legno di pino. L'opera è definita << meravigliosa ».


II 25 febbraio si effettua il primo viaggio sperimentale con partenza da Magadino e arrivo a Arona senza toccare le sponde orientali perchè il Governo austriaco non ha ancora provveduto al collaudo della macchina e di conseguenza al rilascio dell'autorizzazione per gli approdi.
Il pubblico si affolla sulle rive del lago per assistere all'insolito spettacolo.
Il « Verbano », segnato a dito al suo passaggio, desta tra gli abitanti lo stupore più grande in quanto non è facile comprendere come si possa «< conciliare il fuoco con l'acqua »>.
<< Increduli erano dapprima gli abitatori di queste sponde che potessesi da umano acume inventare un ordigno atto a vincere le per essi insormontabili difficoltà de- gli sdegnati elementi ».

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